Immersa nel verde in provincia di Ravenna, Cotignola è stata un tempo patria e feudo di capitani di ventura. Oggi la città rivive la storia con interessanti e curiose manifestazioni teatrali e artistiche lungo le vie della città, come la Sagra della Segavecchia o il Palio di Alberico da Barbiano.
Il palazzo, edificato nel 1376 da Giovanni Attendoli, padre di Muzio Attendolo Sforza, fu dichiarato Monumento Nazionale per l'Arte e per la storia nell'anno 1892, ma ciò non valse a salvarlo dalla distruzione. Ricostruito fedelmente nel rispetto dell'originale armoniosa struttura nel 1961, conserva inglobati in alcune sue parti elementi architettonici originali, rimasti fortunatamente integri dopo il crollo. In particolare è stato ricollocato sopra l'ingresso del Palazzo il rosone in cotto con lo stemma degli Sforza dal quale, tra l'altro, è stato tratto l'attuale stemma della città. Nel cortile interno del palazzo si possono ancora ammirare le leggiadre colonne del loggiato e vari altri pezzi di valore, come la stele funeraria di Caio Vario.
Il Museo artistico Varoli si articola in vari spazi contigui: Scuola Arte e Mestieri, la scuola di Varoli ancora attiva con laboratori ed appuntamenti per bambini; Casa Varoli, raccolta eterogenea di opere e oggetti appartenuti o realizzati dall'artista; Casa Magnani, casa del poeta, pittore e ceramista Arialdo Magnani allievo di Varoli; e Palazzo Sforza. Il museo è dedicato alle opere dell'artista cotignolese Luigi Varoli (1889-1958), capo scuola di una numerosa schiera di artisti romagnoli. Oltre ai dipinti, la cartapesta è senza dubbio il settore della produzione in cui si esprime la nota più personale dell'artista: si possono ammirare alcune grandi teste fatte di cartapesta che ritraggono caricature di caratteristici personaggi di Cotignola.
La Torre d'Acuto fu edificata nel 1376 da Sir John Hawkwood, celebre condottiero inglese, il cui nome era stato italianizzato in Giovanni Acuto. L'Acuto aveva fatto costruire la torre ed altri sistemi di fortificazione attorno alla città dopo aver ricevuto in feudo Cotignola da Papa Gregorio XI nel 1370. La Torre è stata ricostruita nel 1972 e dagli scavi si è scoperto che il basso tronco era a pianta quadrata, secondo lo stile di costruzione delle antiche torri ravennati, il che fa supporre che la torre sia stata costruita sul basamento del vecchio campanile della Pieve di S. Stefano in Panicale (sec. IX - X), le cui rovine sono state portate alla luce durante gli stessi scavi ed in prossimità della torre.
"Dal museo al paesaggio" è un progetto che dal 2013 disegna una mappa attraverso un percorso di muri dipinti che dal centro storico di Cotignola, partendo dal Museo civico Luigi Varoli, si irradia e ramifica congiungendosi, non solo idealmente, al paesaggio e alla campagna, ai parchi e alle aree naturalistiche, approdando infine al luogo in cui durante il mese di luglio, in una golena del fiume Senio a Cotignola, si svolge "L'arena delle balle di paglia". A partire dalla seconda metà del mese di maggio 2018 la costellazione di muri dipinti tracciata in fieri dal progetto, si arricchisce ed espande grazie a una sequenza di nuovi interventi a opera di street artists che, com'è caratteristica e missione di questa sorta di museo espanso e geografia, restituiranno una serie di immagini ispirate e intrecciate a storie, memorie, identità, fantasmi e suggestioni specifiche del territorio.
La storica camminata della Liberazione Nel Senio della Memoria, il 25 aprile, si dipana per 18 km, lungo il fiume Senio, tra Cotignola ed Alfonsine; il tragitto si può compiere a piedi o in bicicletta. Narrazioni, musica, arte, un percorso da fare insieme dedicato al coraggio di abbracciare le idee di libertà. Il Senio è un fiume della Memoria e solo se vi cammini lentamente la puoi respirare e comprendere. Il fiume Senio, nell'ultima guerra, divise il fronte per sei mesi: da una parte le truppe nazifasciste, dall'altra i partigiani e le popolazioni locali. Il Senio non racconta solo la guerra. Racconta anche i paesaggi di campagna e le storie di chi vi abita. Storie di alluvioni, di lavoro e di tasse. Ed ora è diventato anche un fiume di spettacoli e di narrazioni teatrali. La camminata del 25 aprile è una passeggiata nei ricordi e nella storia di una liberazione e di un fiume che attraversa borghi e città, con performance, spettacoli, concerti.
In un paesaggio naturale che racconta del visibile e dell'invisibile, torna ogni anno a luglio la magica Arena delle balle di paglia. Giornate e serate di imperdibili appuntamenti tra narrazioni, musica e arte. Nella campagna cotignolese, dove il fiume Senio incontra il Canale Emiliano Romagnolo, l'associazione Primola organizza l'Arena delle balle, l'unico anfiteatro di paglia della Romagna. Lo scenario naturale è quello di un'ampia golena del fiume illuminata dalla luna e dalle stelle, dominata da un ordinato boschetto di acacie che fanno da sfondo al palcoscenico. Un'arena greca effimera immersa nella campagna. Concerti, teatro, narrazioni, land art, esplorazioni ed incontri poetici, che nascono sul filo della paglia e dell'immaginazione.
La città di Cotignola è celebre per l'arte della cartapesta, grazie all'artista locale Luigi Varoli. Nel museo a lui dedicato, è possibile comprendere la sua evoluzione artistica, dalla pittura, alla scultura, alla cartapesta. Si resterà incantati dai grandi mascheroni che ritraggono personaggi locali dell'epoca dell'artista, realizzati appositamente per la tradizionale Sagra della Segavecchia. È possibile sperimentare con le proprie mani quest'arte: costruire burattini, pupazzetti, maschere e piccole sculture, comprendendo la magia di questo materiale povero e prezioso al tempo stesso, oppure riuscire a "vedere" meglio particolari grazie al disegno.